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VideoPost. Di riflessioni, di fuffaMarketing, di rispetto: della propria energia, delle proprie esigenze e funzionamento.

Aggiornamento: 4 giorni fa


“È normale, tutti lo fanno.”

Quante volte l’hai sentita, questa frase, quando qualcuno giustifica una scorrettezza, un favore sottobanco, un “tanto non se ne accorgerà nessuno”?


Eppure c’è qualcosa di profondamente amaro nel vedere quanto in fretta abbiamo normalizzato il “fregare l’altro”:


● dal “salta-fila” in aeroporto al falso scontrino,

● dal lavoro pagato in nero alle promesse disattese “perché conviene così”,

● fino alle relazioni in cui l’onestà è opzionale e la parola data vale meno di un like.


Non parlo di perfezionismo morale.

Parlo di dignità collettiva.

Perché ogni volta che barare diventa “normale”, perdiamo un pezzo di fiducia reciproca.


E senza fiducia, la qualità della vita - individuale e sociale - si sbriciola in fretta.


Il problema non è l’errore isolato;

può capitare a tutti di scivolare.


Il problema è celebrarlo o tollerarlo come se fosse l’unica via furba per stare al mondo.

Il problema è quando la scorciatoia diventa costume, e l’etica un optional per ingenui.


Forse non possiamo cambiare il sistema con un post,

ma possiamo rifiutare la complicità del silenzio:

‣ restituendo il resto sbagliato,

‣ consegnando il progetto nei tempi promessi,

‣ pagando il professionista che ci ha aiutato,

‣ scegliendo la trasparenza quando sarebbe più facile l’opacità.


Non è moralismo. È igiene di coscienza.

Ed è un atto di rispetto verso noi stessi prima ancora che verso l’altro.


Perché un mondo in cui fregare l’altro è “normale”

è anche un mondo in cui, prima o poi, l’altro saremo noi.


Sotto c’è un video con qualche flusso di coscienza.


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